Sigillatura
Pur non rappresentando spesso un intervento risolutivo se attuato in modo autonomo, la sigillatura rafforza l’efficacia di altri sistemi di mitigazione, limitando l’ingresso di radon in casa. Le crepe e le fessurazioni che spesso si riscontrano in muri e strutture controterra e nei pavimenti dei piani a contatto con il terreno, uniti a forometrie realizzate per il passaggio di tubazioni mal rifinite consentono il passaggio e l’accumulo di livelli pericolosi di gas radon nell’ambiente interno. Trattare tali lesioni o finiture puo’ contribuire a mitigare la presenza di gas
Ventilazione
Allo scopo di abbassare le concentrazioni di radon e’ possibile ventilare passivamente gli ambienti ricorrendo all’apertura programmata di finestre, alla gestione attenta di eventuali finestrini presenti nei piani semi scantinati ed avvalendosi anche dell’effetto camino naturale che talvolta è possibile sfruttare. Chiaramente si tratta di rimedi provvisori, utili a diluire le concentrazioni di Rn222 in attesa di interventi più radicali.
La ventilazione passiva degli ambienti o ancor meglio la possibilità di ventilare le intercapedini presenti o realizzate tra il suolo e l’edificio può risultare un buon metodo di mitigazione che evita l’installazione di macchinari ad assorbimento elettrico.
Praticare fori di ventilazione in vespai esistenti o di nuova realizzazione per arieggiare l’area sotto l’edificio mediante una serie di bocchette di ripresa per il ricircolo d’aria, disposte in direzione nord sud e a quote diverse per favorire l’effetto camino potrebbe abbassare i livelli di concentrazione
Procedere con una ventilazione di tipo attivo mediante installazione di uno o piu ventilatori che favoriscano il flusso d’aria nelle intercapedini rappresenta un ulteriore metodo di mitigazione da gas radon.
Depressurizzazione
La depressurizzazione del suolo o delle intercapedini si rivela come uno degli più efficaci metodi di risanamento. Le tecniche attuabili sono diverse in funzione delle situazioni riscontrare in fase di sopraluogo e degli eventuali interventi già programmati sull’edificio.
Le soluzioni al precedente capitolo (utilizzo di vespaio o tubi drenanti esistenti o da realizzarsi) possono essere potenziate mediante estrattori da applicare ad un punto di uscita di tali manufatti in modo da richiamare e risucchiare meccanicamente l’aria dal sottosuolo.
Un’ulteriore e spesso risolutiva tecnica di risanamento prevede la realizzazione di pozzetti radon che possono essere eseguiti sia internamente al fabbricato che esternamentecato.
La loro attuazione prevede l’alloggiamento di un pozzetto radon (anelli in calcestruzzo pre-forati dotati di soletta, pozzetti con fondo capovolti con l’apertura verso il basso) annegati nel sottosuolo, preferibilmente al di sotto del piano di fondazione ad una profondita di almeno 1.50 mt dal pavimento e circondati da materiale drenante arido quale ghiaione lavato, dal quale richiamare aria dal sottosuolo mediante aspirazione meccanica
Spesso la discriminante tra la scelta di un posizionamento interno o esterno dipende dal fatto che il percorso di risanamento avvenga o meno in concomitanza con altre opere di ristrutturazione che coinvolgano l’edificio
Pressurizzazione
La pressurizzazione del suolo può essere adottata quale rimedio alla presenza del gas Radon ma al contrario della tecnica di depressurizzazione prevede un’immissione nei locali o nelle intercapedini di un volume d’aria maggiore rispetto all’esterno al fine di fungere da barriera all’ingresso del Rn222
Risulta quindi possibile come metodo efficace immettere ad esempio nei vespai aria con lo scopo di mettere in pressione i vani e impedire la risalita di radon in tali zone in quanto il gas verrà spinto in aree con minor resistenza al suo transito .
La pressurizzazione degli ambienti può essere ottenuta anche mediante utilizzo di VMC puntuali o VMC centralizzate a condizione che il flusso d’aria in immissione sia maggiore rispetto a quello in espulsione.
Se con le VMC puntuali (anche se meno potenti ed efficaci) non esistono generalmente problemi di ripescaggio di aria contaminata con le VMC centralizzate è importante prescrivere il distanziamento dei punti di immissione ed espulsione al fine di evitare l’inefficacia del sistema.
Barriere protettive
il mercato offe diversi prodotti quali stuoie, teli e guaine bituminose e guaine con lamine metalliche che svolgono la funzione di barriere antiradon.
Questi prodotti fungono da strati interposti tra la fonte emettente (suolo) e l’interno dell’edifico
Sebbene siano certificate e riconosciute resta dubbia la loro efficacia nel lungo periodo dovuta alla possibile degradazione dei nastri sigillanti e delle barriere stesse allocate in ambienti potenzialmente umidi o soggetti ad assestamenti ecc…
Nonostante le problematiche sopra citate spesso risultano la sola tecnica di mitigazione attuabile